Chi veste un’uniforme per servire il Paese, in genere non è tipo da tirarsi indietro se c’è da dare una mano. Così, dal marzo dell’anno scorso, le forze armate e le forze dell’ordine continuano a fornire sostegno di ogni tipo alle persone in difficoltà per le conseguenze della pandemia (famiglie indigenti, anziani che vivono da soli e altre situazioni). E lo fanno anche fuori dal territorio nazionale.
L’areo della Gdf con gli aiuti per l’India
Ne è un esempio il volo decollato stamani dall’aeroporto laziale di Pratica di Mare: un Atr72 della Guardia di Finanza con un nuovo carico di aiuti e materiali sanitari diretti in India, dove la pandemia da Covid-19 sta purtroppo mietendo migliaia di vittime. Si tratta di 30 concentratori di ossigeno inviati dalla Regione Veneto, 2 ecografi del Dipartimento della Protezione civile lombarda, 2 ventilatori polmonari messi a disposizione dall’Eni e 212mila mascherine donate dalla Hope Onlus. Materiali raccolti nell’ambito del Meccanismo europeo di Protezione civile e caricati col supporto di militari del 3° Stormo dell’Aeronautica Militare, a bordo del velivolo delle Fiamme gialle. Una volta recapitato il materiale, l’aereo tornerà in Italia riportando a casa un team di sanitari ed esperti che ha aiutato i medici locali nell’Itbp Hospital di Greater Noida e che, con il supporto dell’ambasciata italiana di Nuova Delhi, è riuscito in brevissimo tempo a rendere operativo un macchinario per la produzione di ossigeno donato dalla Regione Piemonte e a fornire assistenza ad alcuni italiani risultati positivi.
I carabinieri e il vaccino agli anziani
In Abruzzo, invece, nella provincia di Chieti, alcuni sindaci hanno segnalato l’impossibilità di procedere nei propri comuni a vaccinazioni a domicilio a persone in “assistenza domiciliare integrata”, per via della scarsa disponibilità di medici di base. Si è fatta avanti l’Arma dei Carabinieri, che ha mobilitato una squadra sanitaria impegnata a Vasto nell’ambito dell’operazione Igea (i test col tampone molecolare eseguiti nei Drive Through della Difesa). Così, dal 7 maggio, i medici e gli infermieri dell’Arma, insieme ai colleghi attivi nella zona, hanno iniziato a recarsi a casa di pazienti ultraottantenni non trasportabili, partendo dal comune di Cupello, aiutati da volontari della Croce rossa. Un’esperienza pilota, che ora potrebbe essere estesa ad altre zone limitrofe.
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