Al confine polacco di Medyka, dove in aiuto agli sfollati ucraini ci sono anche gli italiani

La testimonianza di Giacomo Grasselli, responsabile della rianimazione al Policlinico di Milano

Martino Spadari
Corriere della Sera del 11 Marzo 2022

Arrivano a piedi e si ammassano verso il punto della dogana dove, piano piano, passano i controlli per poi raggiungere l’altra parte, la Polonia, e tirare un respiro di sollievo. La testimonianza di Giacomo Grasselli, responsabile della rianimazione al Policlinico di Milano.

In fuga dall’Ucraina verso la Polonia. È un flusso incessante quello che ogni giorno, da due setimane (dall’inizio del conflitto), vede donne , anziani e bambini, arrivare a Medyka, sud est della Polonia, proprio al confine con la martoriata Ucraina. 

Qui c’è un punto di raccolta per gli sfollati. E c’è Giacomo Grasselli, Professore ordinario di Anestesiologia e Terapia Intensiva dell’ Università degli Studi di Milano, responsabile della rianimazione del Policlinico. Grasselli è in Ucraina con l’onlus Hope: «Siamo qui per aiutare queste persone che arrivano dall’Ucraina e per entrare in contatto con i medici ucraini. Lo scopo è cercare di dare una mano».
Hope ha portato al confine polacco 500 kit di sopravvivenza con cibo, coperte, medicine: ogni kit è sufficiente per una famiglia di tre persone.