Arrivano a piedi e si ammassano verso il punto della dogana dove, piano piano, passano i controlli per poi raggiungere l’altra parte, la Polonia, e tirare un respiro di sollievo. La testimonianza di Giacomo Grasselli, responsabile della rianimazione al Policlinico di Milano.
In fuga dall’Ucraina verso la Polonia. È un flusso incessante quello che ogni giorno, da due setimane (dall’inizio del conflitto), vede donne , anziani e bambini, arrivare a Medyka, sud est della Polonia, proprio al confine con la martoriata Ucraina.
Qui c’è un punto di raccolta per gli sfollati. E c’è Giacomo Grasselli, Professore ordinario di Anestesiologia e Terapia Intensiva dell’ Università degli Studi di Milano, responsabile della rianimazione del Policlinico. Grasselli è in Ucraina con l’onlus Hope: «Siamo qui per aiutare queste persone che arrivano dall’Ucraina e per entrare in contatto con i medici ucraini. Lo scopo è cercare di dare una mano».
Hope ha portato al confine polacco 500 kit di sopravvivenza con cibo, coperte, medicine: ogni kit è sufficiente per una famiglia di tre persone.